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Jenatsch, Jürg). Uomo politico svizzero. Studente a Basilea e a
Zurigo, a partire dal 1618 fu parroco protestante in Valtellina. Avversò
risolutamente gli Spagnoli, che miravano a insediarsi nella regione, aderendo al
Partito franco-veneziano e rendendosi responsabile dell'assassinio di Pompeo
Pianta (1621), capo della fazione filospagnola. Vinto dagli Spagnoli nel 1622,
J. abbandonò l'abito religioso dedicandosi completamente alla vita
militare e alla lotta per l'indipendenza dei Grigioni. Al servizio del conte di
Mansfeld e successivamente di Venezia (1629-30), si avvicinò ai Francesi
che nell'ultima fase della Guerra dei Trent'anni si preparavano a conquistare la
Valtellina. Convertitosi nel 1635 al Cattolicesimo, tentò un
riavvicinamento all'Austria e alla Spagna per evitare l'annessione della regione
da parte francese. Guida incontrastata del proprio Paese per alcuni anni,
adottò una politica audace, tentando un nuovo riavvicinamento alla
Francia e rendendosi così inviso sia alla parte protestante che a quella
cattolica, fino a essere assassinato. Alla sua figura si ispirò C.F.
Meyer per la stesura del suo romanzo
Jürg Jenatsch (1876) (Samaden,
Grigioni 1596 - Coira 1639).